I Personaggi del Carnevale

Il Console

È un personaggio molto importante del nostro Carnevale, presente fin dal 1910. Riveste, con la Ninfa, un ruolo di primaria entità. Il personaggio non ricorda alcun Console romano in particolare, seppur alcuni indichino il nome di Appio Claudio Pulcro: egli avrebbe combattuto i Salassi nel 143 a.C.
Nel Carnevale non ha comunque importanza il nome del Console romano, quanto il fatto che si attenga strettamente alla storia, rivestendo la candida toga, ricoperta da un mantello rosso porpora.
Sfilando sulla "biga", saluta col saluto romano, è acclamato dalla folla col grido di "Viva il Console!". Sorridente, fiero nel portamento, disinvolto, ma visibilmente regale e superiore nei rapporti con le guardie romane e con i tribuni, dà sfoggio di cavalleria nei confronti della Ninfa, cui fa d'accompagnatore sia nei balli, che nei ricevimenti e nelle sfilate a piedi.

tratto da:
L. PRAMOTTON - S. MINIOTTI
Il Diavolo e San Martino
Musumeci Editore, 1988

(Immagine: Foto della vetrata realizzata dagli studenti dell'Istituto d'Arte di Aosta)

Cenni Storici

Il Console era il più alto personaggio della Repubblica Romana e costituiva la meta suprema della carriera politica di ogni cittadino. Uno degli onori più ambiti dei Romani era quello di dare il proprio nome all'anno, infatti essi davano il nome degli anni intercorsi dall'inizio della fondazione di ROMA (735 a.C.) con il nome del cittadino che in quell'anno era Console.
Egli era CAPO DELLO STATO E CAPO DEL GOVERNO, carica paragonabile nella nostra epoca, a quella del Presidente della Repubblica Presidenziale (come negli Stati Uniti), con la differenza, però, che il potere del Console era limitato alla durata di un anno e doveva essere condiviso con un collega, essendo annualità e collegialità caratteristiche delle magistrature romane.
I primi Consoli comparvero a ROMA nel 509 a.C., cioè nell'anno della cacciata dei Re, di cui i Consoli assunsero tutte le funzioni civili e militari.
Essi avevano:
- il comando dell'esercito;
- la facoltà di riunire il popolo a comizio;
- la facoltà di convocare e presiedere il SENATO per fare approvare leggi e provvedimenti;
- l'amministrazione della giustizia e della finanza;
- la promozione di opere di censimento;
- l'esecuzione di opere pubbliche.
Essi erano eletti dai COMIZI CENTURIATI, all'incirca un anno prima di entrare in carica, il 1° gennaio. Nell'attesa venivano chiamanti: "Consoli designati"
Se un console moriva mentre era in carica, subentrava il "Console designato". Quando un Console aveva esaurito il suo mandato, diventava "Vir Consularis" e restava fino alla morte nel Senato.
I Consoli erano sempre preceduti dai 12 portatori dei fasci littori, cioè fasci di verghe dalle quali spuntava una scure, simbolo dell'"imperium" (comando), cioè del potere di vita e di morte che il Console aveva sui cittadini.
L'ultimo Console Romano fu Decio Teodoro Paolino, nominato nel 534 d.C. Questa carica, quindi, ebbe ben 1.000 anni di vita.

Come vestiva?

Il Console indossava una tunica, ossia una veste di lana formata da due pezzi di stoffa cuciti insieme e stretta in vita da una cintura, soltanto in privato.
Il pubblico, invece, indossava la toga: una specie di manto di lana vergine, di colore bianco, con una striscia di porpora sul fondo, di forma trapezoidale, che si posava sulla spalla sinistra, mentre l’estremità inferiore scendeva fino a mezza gamba. La lana doveva essere di colore immacolato e non doveva assolutamente strisciare per terra.
Ai piedi calzava i "calcei", ossia stivaletti alti quasi fino al polpaccio, di colore rosso. In casa, invece, calzava i sandali con strisce di cuoio dorato. Alle dita portava diversi anelli; in genere, nell’anulare sinistro portava il famoso anello-sigillo.
Era rigorosamente rasato e non portava barba, né baffi, perché ciò era indice, presso i Romani, di bassa estrazione.

tratto da:
L. PRAMOTTON - S. MINIOTTI
Il Diavolo e San Martino
Musumeci Editore, 1988